Prodotti tipici

I prodotti tipici del territorio di Piano di Sorrento sono:Latticini

  • latticini
  • miele
  • limoncello
  • noci
  • arance
  • limoni
  • follovielli
  • olio
  • vino

 

 

Già a partire dal 1300 la coltura dell'arancio, insieme a quella del limone, costituiva per la Penisola Sorrentino-Amalfitana un'importante fonte di reddito ed alimentava un'intensa corrente di esportazione diretta, per via mare, ai principali mercati italiani ed europei. Nel corso dei secoli, poi, le due specie hanno vissuto fasi alterne legate alle variabili vicende del mercato che spingevano i coltivatori a rivolgersi all'una o all'altra avviando riconversioni non sempre avvedute, al punto da rendere necessaria oggi una generale ristrutturazione dell'agrumicoltura locale, la cui valenza paesaggistica resta insostituibile.

L'arancio SorrentinoCon il limone l'arancio Sorrentino ha sempre condiviso la tecnica di coltivazione, basata sull'impiego di impalcature di legno (solitamente di castagno, proveniente dalle zone limitrofe), la cui altezza può raggiungere anche i 7 metri, sopra le quali vengono sistemate stuoie di paglia (le tradizionali "pagliarelle") per la copertura, che possono essere sostituite o affiancate da reti e frangivento di origine vegetale a protezione dal vento e dal freddo. La copertura ritarda la maturazione dei frutti conferendo una tipicità "temporale" al prodotto che può essere venduto in epoca successiva a quella delle altre arance italiane, consentendo più ampi margini di guadagno. Della cultivar madre Biondo comune due ecotipi locali sono andati col tempo selezionandosi ed affermandosi: il "Biondo Sorrentino (o di Sorrento)" e il "Biondo Equense".

In entrambi i casi abbiamo a che fare con piante dallo sviluppo vigoroso, con portamento assurgente, che raggiungono spesso l'altezza di 7 metri. I frutti sono di colore giallo arancio più o meno intenso e di calibro elevato (maggiore per il Biondo Sorrentino) con buccia di medio spessore, spicchi piuttosto numerosi e costantemente privi di semi, succo abbondante e zuccherino. La raccolta ha inizio nel mese di maggio e si protrae fino ai primi di agosto per i frutti provenienti dalle fioritura ritardate.

Dalla macerazione delle arance bionde di Sorrento si ottiene un rinomato sciroppo ricco di profumi e di aromi rientrante anch'esso nell'elenco regionale dei prodotti tradizionali. Proprio sul succo, particolarmente prelibato, si sta concentrando l'attenzione del Consorzio di tutela del Limone di Sorrento, soprattutto finalizzandola al conseguimento di una Dop per le interessanti potenzialità di mercato che tale prodotto conserva.

ColtivazioniNon a caso la varietà italiana di noce più coltivata e più pregiata in assoluto è nata in Campania: parliamo della cultivar Sorrento, originaria della Penisola Sorrentina, dove ha trovato un habitat di elezione per le caratteristiche ambientali di questo territorio, ideali per il robusto e armonico sviluppo dell'albero.

Di qui si è andata via via estendendo nelle zone frutticole classiche di tutte le province campane (con prevalenza dei vocati suoli vulcanici del Napoletano), dando luogo ad una ampia gamma di ecotipi, tutti noti come Noce di Sorrento, anche se quelli più coltivati e commercializzati sono due. In funzione della forma del frutto, dunque, si distinguono due tipi principali di noci di Sorrento: uno con guscio allungato, regolare, leggermente appuntito (con il "pizzo") all'apice e smussato alla base e l'altro rotondeggiante e più piccolo. Le tecniche di coltivazione, ispirate ai metodi di allevamento tradizionale, e le caratteristiche organolettiche sono le stesse per entrambi i tipi.

Così in entrambi i casi il guscio è di colore chiaro, poco rugoso, sottile, tanto da rompersi con una leggera pressione. Il gheriglio - cioè la parte commestibile della noce - è di colore bianco crema, poco oleoso (capace perciò di conservarsi bene per un certo tempo), sostanzioso, tenero e croccante, di sapore gradevolissimo, con aroma e retrogusto del tutto particolari, sia se gustato fresco sia se consumato dopo un periodo di conservazione.

Arance di SorrentoUn gheriglio, inoltre, che vanta un peculiare requisito di pregio: a differenza di quanto accade negli altri tipi di noce, infatti, può facilmente essere estratto integro, il che lo rende molto apprezzato dai palati e dall'industria dolciaria.

La coltivazione della noce di Sorrento nel corso degli ultimi decenni si è andata sempre più spostando dalla culla di origine della costiera sorrentina (i comuni di Vico Equense e Monti Lattari, soprattutto) alle fertili aree dell'agro Nolano-Palmese-Sarnese, della zona Flegrea e di quella Vesuviana, del Vallo di Lauro e Baianese, della Valle Caudina, della Pianura Casertana e della Valle dell'Imo.

Le primissime noci sorrentine, ancora acerbe, vengono vendute solo in Campania tra fine agosto e i primi di settembre, e sono una vera specialità. Ma la raccolta, manuale, si concentra nei mesi di settembre e ottobre, dopodiché le noci vengono messe ad essiccare all'aperto, su graticci, in zone ben ventilate. Le invidiabili qualità di queste noci, prelibate se mangiate, ad esempio, insieme al pane "casareccio", ne fanno un ottimo ingrediente per tante ricette di cucina e di pasticceria.

Con le noci "immature" macerate in alcool, poi, si prepara il famoso Nocino, liquore scuro, dolcemente aromatico e digestivo. Ora per la Noce di Sorrento, così buona, gradita dal mercato e tanto saldamente legata ai suoi ambienti storici di produzione, è in arrivo l'atteso riconoscimento dell'Igp (da tempo sono stati avviati dalla Regione Campania gli studi preliminari per la redazione del disciplinare di produzione e di tutta la documentazione necessaria per avanzare la richiesta di registrazione), che potrà contribuire ad una migliore valorizzazione di questa coltura, oggi sempre più soggetta, sul mercato globale, alla concorrenza di prodotto straniero.