ARCICONFRATERNITA DEI PELLEGRINI E CONVALESCENTI DI TRINITÀ

 

STORIA DEL SODALIZIO

La Venerabile Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini e Convalescenti è la più antica e per questo gode di diritti di precedenza nelle manifestazioni religiose. Seppure, ad oggi, non è certa la data di fondazione, si considera figlia primogenita della omonima Arciconfraternita di Roma, istituita da S. Filippo Neri nel 1548 in occasione del Giubileo e alla quale fu affiliata il 23 agosto del 1577. Nell’oratorio è conservato un documento firmato da Paolo V con cui si concedono agli iscritti numerose indulgenze.

Fin dalle sue origini, lo scopo del sodalizio era quello di fornire assistenza ai Pellegrini che presumibilmente approdavano al porto dello Scaricatore per poi proseguire i loro viaggi a piedi verso i luoghi santi, proprio per questo, furono costruite due stanze sopra la cappella.

Agli iscritti e a tutti i Pellegrini che si fermavano a Trinità, veniva lasciato un “passo” ossia un documento paragonabile a un moderno passaporto che attestava la qualità di Pellegrino e invitava altresì chiunque a dare ospitalità a chi lo presentava.

Altro scopo della confraternita era curare gli ammalati e si occupava di fornire assistenza (un lavoro, aiuto economico o anche una casa) ai convalescenti dimessi dagli ospedali e a quanti necessitavano di assistenza per reinserirsi nella società anticipando in ciò le moderne associazioni di mutuo assistenza.

Tra le varie forme di assistenza della nostra Arciconfraternita vi era inoltre quella di assegnare una "dote" annualmente; a quei tempi la dote era spesso una condizione indispensabile e per tanto, la prima domenica dopo Pasqua, ovvero la domenica in Albis, veniva tirata a sorte fra le ragazze bisognose che avessero deciso di convolare a nozze nell'arco dell'anno. Era la cosiddetta " 'a festa 'de figliole”. Questa tradizione, si è perduta nei secoli. Dalla seconda metà degli anni ottanta e per poco più di un decennio, l'allora amministrazione ed il padre spirituale don Antonio d'Esposito, ripresero questa tradizione, dando ad essa un veste più consona ai tempi.

Oltre ai suddetti scopi l’Arciconfraternita della Trinità aveva anche quelli della sepoltura (sotto l’oratorio sorgeva la cosiddetta Terra Santa, un vero e proprio cimitero per i confratelli), della preghiera comune e del suffragio per i confratelli defunti.

La divisa è tutta rossa con bordo oro (unica in questo colore in tutta la Diocesi) ed è composta da saio, mantellina con lo stemma del sodalizio (cappuccio nella Settimana Santa) e guanti.

Seppure risulta essere uno dei più antichi, il nostro sodalizio è stato uno dei primi a rendere possibile l’inserimento, la vestizione e l’elezione delle consorelle che possono così partecipare in modo attivo e fattivo alla vita sociale e amministrativa della Arciconfraternita.

La storia della Venerabile Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini e Convalescenti di Piano di Sorrento, è stata ed è oggetto di pubblicazioni, scritti e ricerche che hanno rappresentano oggi e domani un grande patrimonio da custodire per le generazioni presenti e future, per questo cogliamo l’occasione per ringraziare quanti a vario titolo ci hanno concesso di conoscere meglio il nostro passato, in particolar modo un grazie speciale all’indimenticabile e tanto amato don Vincenzo Simeoli e al carissimo prof Ciro Ferrigno.

 

DESCRIZIONE DELLA CHIESA DELL’ORATORIO

Annessa alla chiesa Parrocchiale di Trinità, c'è la Chiesa dell'Oratorio dell'Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini e dei Convalescenti posta sotto il patrocinio di Maria Santissima Annunziata.

Qui troviamo sull'altare e sulla balaustra marmi policromi del 1738 provenienti dall'eremo Camaldoli di Arola, il bel quadro dell'Annunciazione del pittore Ippolito borghese sormontato da statue in stucco bianco raffiguranti l'Eterno Padre con, ai lati, le figure allegoriche della Fede e della Speranza (trittico tipico degli oratori fondati da San Filippo Neri) con la scritta “tutti adorino la Maestà della Trinità Eterna”, opera del 1760 di Pio Martinetti, inoltre due nicchie poste sulle pareti laterali contenenti due statue di cartapesta di manifattura napoletana del 1780, a sinistra San Giuseppe con Bambino e a destra San Filippo Neri con reliquia di argento.

Di fronte al pulpito in radica di noce, sito sulla destra, trovasi una tela raffigurante San Gennaro che dall'alto benedice Napoli (scuola del Solimene XVII sec), sulle pareti laterali sopra il sedile del 1700 in legno di noce dei confratelli ci sono due grandi affreschi del Borboglia, il primo posto sulla destra è “Il sacrificio di Abramo” (La fede) e sul lato opposto “Il Pietoso ufficio di Tobia” che in terra d'esilio seppellisce i morti (Opera di Misericordia). Sulla parete all'entrata si trova la panca del governo sempre radica di noce del XVII secolo e poco più sopra la cantoria un organo a canne risalente al 1700.

Sotto all'oratorio si trova la cosiddetta “Terra Santa” dove anticamente venivano seppelliti i confratelli e che oggi è un Piccolo Teatro.

(Don Vincenzo Simeoli)

 

COMPOSIZIONE ORGANIGRAMMA COMPLETO DELLA CONFRATERNITA

Priore Pasquale Bagno
Primo assistente Giuseppe Russo
Secondo assistente Carmela Venanzio
Terzo assistente Gianfranco Russo
Quarto assistente Francesco Cuccaro
Tesoriere Alfonso Starace
Segratario Rosa Ascione

 

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