Il sistema elettorale

Per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre il sistema elettorale sarà il c.d. "rosatellum" (dal nome del suo relatore Ettore Rosato). Vediamo di capire come funziona.

Per la prima volta il corpo elettorale di Camera e Senato sarà il medesimo: per entrambi i rami del Parlamento potranno votare i cittadini dai 18 anni in su. Infatti, la legge costituzionale 1/2021 ha parificato l’elettorato attivo a 18 anni. Prima per votare per il Senato (elettorato attivo) era necessario aver compiuto 25 anni (non è cambiata la regola sull’elettorato passivo: per diventare senatori l’età minima resta di 40 anni). Ridotto poi il numero dei Parlamentari: alla Camera da 630 deputati si passa a 400, i senatori eletti scendono da 315 a 200.

Al seggio riceveremo due schede: una per il Senato e una per la Camera. Il meccanismo di scelta è sostanzialmente identico per i due rami del Parlamento. Sulla scheda troveremo per ogni coalizione (o lista singola, se non alleata) un candidato al collegio uninominale e, accanto a ogni simbolo, una breve lista bloccata di candidati per la parte proporzionale, quindi i seggi del proporzionale vanno assegnati seguendo l'ordine della lista e non è prevista preferenza. Il voto è semplice: basta un segno su un simbolo della lista o sul nome del candidato dell’uninominale. Nel primo caso il voto automaticamente sarà esteso anche al candidato dell’uninominale collegato; se si mette la croce su questi ultimi, invece, sarà automaticamente conteggiato, proporzionalmente, anche sui partiti della coalizione. In ogni collegio uninominale è eletto il candidato con la maggioranza relativa dei voti, in sintesi basta un solo voto in più.

Non è ammesso il voto disgiunto cioè non si puo' votare una lista che non sia collegata al candidato scelto nell'uninominale.

Nella ripartizione proporzionale dei seggi esistono due tipi di sbarramenti percentuali. I seggi sono spartiti tra le liste che ottengono almeno il 3% su base nazionale, per le coalizioni detto sbartramento è elevato al 10% con al loro interno almeno una lista che superi il 3%